L’idea del Tfr in busta paga nasce, almeno così è stato detto, per rilanciare quei consumi, che gli “80 euro” non sono riusciti a risollevare. Chi deciderà, però, di usufruire del Tfr in busta paga, potrebbe dover fare i conti con un’amara sorpresa. La cifra, infatti, concorrerà alla determinazione del reddito e sarà tassata molto più pesantemente che in origine.
Agli annunci e alle promesse ci si comincia ad abituare, ma va riconosciuto il genio, quando esso si materializza come uno stimolo all’economia nazionale. Sembra proprio un colpo di genio, infatti, l’idea del Tfr in busta paga. Quel governo che non si azzarda a toccare l’evasione fiscale, (rischierebbe di sembrare di sinistra, secondo alcuni analisti) è riuscito a concepire un provvedimento, ancora non ufficiale, che potrebbe portare un inatteso guadagno alle casse dello Stato.
La questione si può riassumere in breve. Finora il Trattamento di Fine Rapporto, rappresentava una sorta di risparmio forzoso, che veniva consegnato al lavoratore al momento della pensione o, comunque, al concludersi del rapporto lavorativo, ed era sottoposto ad una tassazione particolare. Nei giorni scorsi il premier Renzi ha proposto di permettere ai lavoratori di ricevere il Tfr, mensilmente, direttamente in busta paga. L’obiettivo dichiarato di Renzi è rilanciare i consumi.
Nella pratica, però, il Tfr in busta paga concorrerà alla determinazione del reddito, aumentando di conseguenza le imposte da versare. Non è previsto per il momento, anche se la legge è ancora da discutere in Parlamento, il mantenimento del regime fiscale originario del Tfr.
“Potrebbe esserci un’aumento delle imposte tra 200 e 600 euro l’anno” dice Paolo Zabeo, della Cgia di Mestre, che esprime forte preoccupazione anche per la capacità delle piccole aziende, “storicamente sottocapitalizzate e in un momento di cronica mancanza di liquidità” di far fronte ad un’eventuale richiesta in tal senso dei lavoratori.
Insomma, sembra che, qualora il progetto dovesse realizzarsi, saranno in tanti a rimetterci, ma solo uno a guadagnarci. Il riferimento evidente è all’erario, che, con uno straordinario colpo di teatro vedrà aumentare, in maniera inattesa, potremmo dire, il gettito fiscale.