Ieri mattina le forze dell’ordine e una squadra di muratori si sono presentati davanti ad uno stabile occupato in via del Terrapieno, per procedere allo sgombero di due famiglie romene che occupavano lo spazio. Asia-Usb, contestando l’arbitrarietà dell’azione, attraverso la resistenza passiva ha scongiurato lo sgombero.
Mattinata convulsa in Via del Terrapieno quella di ieri. Le forze dell’ordine, accompagnate da una squadra di operai edili, si sono presentate davanti ad uno stabile occupato che ospita due famiglie romene, per procedere allo sgombero dello spazio. I militanti di Asia-Usb, subito informati di quanto stava accadendo, si sono subito palesati nei pressi dello stabile per iniziare la “trattativa”. I sindacalisti di base, hanno in particolare contestato la mancanza di documenti che attestassero che lo sgombero seguisse alla decisione di un giudice. Decisione che, in effetti, nessun giudice aveva preso. Gli occupanti, sostenuti dai militanti asia-Usb, sono rientrati nello stabile e hanno messo in pratica la resistenza passiva non-violenta. Alla fine lo sgombero non è stato portato a termine.
“A livello giuridico non potevano farlo (lo sgombero,ndr), perché se non c’è un’ordinanza del giudice o del tribunale è un atto arbitrario. Mancavano i presupposti per questa azione” racconta MIchele di Asia-Usb.
“La Curia (proprietaria dello stabile) diceva che lo stabile è inagibile, però senza un’ordinanza del giudice o dei Vigili del Fuoco, non sappiamo in base a cosa lo dicesse. Forse in base ad un’idea secondo la quale questi stabili invece che essere occupati da persone che chiedono casa, debbano essere venduti per fare cassa.” ipotizza il sindacalista e si rifa alle parole di Papa Bergoglio che aveva detto “Aprite le case vuote della Chiesa ai poveri.”
“La Curia -rilancia Michele- potrebbe avere un grosso ruolo (nella risoluzione del problema della casa). Noi chiediamo l’autogestione degli stabili occupati. Non solo ci faremmo carico di molti interventi di recupero e, in base al reddito, siamo disposti anche a pagare un affitto. La maggiorparte di queste persone che si trovano in emergenza abitativa, sono lavoratori che hanno contribuito con i contributi per le pensioni e con il lavoro, che oggi si trovano in difficoltà, ma che hanno sempre pagato l’affitto”