Il coprifuoco e il deserto in piazza Verdi generano tensioni e risse. Renato Lideo, storico organizzatore di eventi e gestore delle Scuderie, presenta un esposto. “Quella piazza va gestita, non chiusa. A rischio anche l’incolumità dei lavoratori”.
Gli ultimi due episodi sono avvenuti il 5 e il 7 giugno. Piazza Verdi continua ad essere teatro di risse e bottigliate nonostante le ordinanze e i regolamenti pensati per calmare la tensione tra gli avventori e i residenti.
Svuotare la piazza da eventi che la riempiano in modo continuativo non fa altro che generare degrado. Ne è convinto Renato Lideo, storico organizzatore di eventi e gestore delle Scuderie, che ieri ha presentato un esposto alla Questura per denunciare la situazione.
“Denunciamo l’accaduto sia come promemoria di fatti gravi accaduti anche a nostro danno, sia per ricordare che il nostro operato nelle estati scorse aveva contribuito ad allontanare e esorcizzare simili episodi”, scrive Lideo nell’esposto.
All’atto, indirizzato al questore e “alla gestione politica del Quartiere”, il gestore allega una lettera, in cui critica fortemente Milena Naldi, presidente del San Vitale, e l’approccio che si è scelto di utilizzare per dare una risposta ai problemi della piazza universitaria. “Mi sembra più una gestione cattolica anni ’40 che l’approccio di chi ha vissuto Genova 2001”, è la provocazione dell’esercente.
“A meno che non si decida di barricarla – spiega Lideo ai nostri microfoni – Piazza Verdi non sarà mai vuota. Per questo è importante gestirla, per non lasciarla in mano allo spaccio e alle situazioni che portano alle risse”. Per fare ciò non bastano le piccole iniziative di un’ora e mezza pensate dal Quartiere, perché il problema è cosa succede prima e cosa succede dopo.
Scegliendo l’attuale strada, quella delle ordinanze sulla chiusura dei locali e del regolamento acustico, non si fa altro che generare ulteriori tensioni, finendo per mettere nello stesso calderone ciò che crea problemi con ciò che invece c’è di buono.
L’allarme di Lideo, però, riguarda anche il tema del lavoro. “Quest’anno siamo costretti a rinunciare a 15 lavoratori stagionali. Le cose non vanno bene e se saremo costretti a mettere in liquidazione l’attività, le ragioni non sono da ricercare nell’incapacità di gestire questi locali”. In altre parole, le Scuderie rischiano di chiudere per le scelte pensate dall’amministrazione, più che per problemi del mercato.