L’8 e 9 aprile, a Palazzo Re Enzo, la sesta edizione di Terra Equa, il festival del commercio equo-solidale. “Ri-vestiti” il titolo di quest’anno, a svelare il focus sul tema della moda e dell’abbigliamento che rispettano lavoratori ed ambiente.
È stata presentata questa mattina la sesta edizione di Terra Equa, il festival del commercio equo e dell’economia solidale. “Ri-vestiti” il titolo dell’appuntamento di quest’anno, che sarà dedicato al tema della moda, del tessile dell’abbigliamento e degli acessori.
In programma l’8 e il 9 aprile a Palazzo Re Enzo, all’evento prenderanno parte 50 espositori, 26 laboratori, 5 sfilate, cinema, parole, musica e cibo.
La moda di fare un’altra economia, spiegano gli organizzatori, è poter associare la qualità del prodotto con la dignità delle persone, la naturalità delle materie prime con la bellezza di quello che indossiamo, essendo responsabili in prima persona come consumatori e come cittadini di questo pianeta. Per questo la sesta edizione di Terra Equa sarà dedicata a una moda che coniughi equità e giustizia sociale, qualità, originalità ed estetica, rispettando lavoratori e lavoratrici.
Ad esporre saranno artigiani locali e globlali. Al centro dell’attenzione ci sarà diversità, estetica bellezza e responsabilità. Il menù delle giornate prevede anche laboratori per imparare a riciclare, rifare e colorare anche dedicati ai più piccoli. Infine parteciperanno al festival anche le scuole che si occupano di moda della regione Emilia Romagna, partecipanti del concorso “Fashion Fair Parade”.
Il festival darà spazio anche a musica e concerti, tra i quali gli 80 componenti della Banda Rulli Frulli.
“Vogliamo dimostrare che il commercio equo e la sua economia sono un’ alternativa pratica e concreta, un tema che ci deve interessare tutti – spiega Giorgio Dal Fiume, coordinatore di Terra Equa – Il commercio equosolidale è in crescita anche dove è già molto diffuso”.
Nel 2015 è cresciuto del 16% nel mondo e del 10% in Italia. Si tratta di un settore economico che conta 30.000 referenze in 80 Paesi del mondo provenienti da 1.500 produttori. Due milioni di lavoratori sono coinvolti e in Italia sono attive 300 botteghe.
Edoardo Martelli