Dopo la bocciatura (anche interna) di Franco Marini il Partito Democratico decide di convergere sul nome di Romano Prodi per la presidenza della Repubblica. La sua candidatura è stata votata all’uninamità dall’assemblea dei grandi elettori. Verrà votato nella quarta chiama. Timide aperture del M5S.
La rivolta della base e di una fetta consistente dei parlamentari del Pd ha avuto effetto. C’è anche chi con una dietrologia arriva a sostenere che fosse tutta una mossa strategica di Pierluigi Bersani.
In ogni caso, bruciato il nome di Franco Marini, la nuova proposta per il Quirinale è quella di Romano Prodi.
L’assemblea dei grandi elettori Democratici, in una seduta lampo, ha votato all’unanimità la candidatura del professore, ritrovando una convergenza che sembrava perduta.
Prodi, però, non verrà votato in mattinata, quando si svolgerà la terza chiama. Il suo nome, infatti, difficilmente raggiungerebbe la maggioranza qualificata dei due terzi. Il Pdl, in particolare, difficilmente digerirebbe l’unica figura che è stata capace di battere a più riprese Silvio Berlusconi alle elezioni.
Nel pomeriggio, invece, quando il quorum scenderà e basterà una maggioranza semplice, il nome di Prodi comparirà sulle schede del centrosinistra.
Timide aperture sono arrivate ieri sera anche dal M5S. Il nome di Prodi, del resto, era comparso anche nelle “quirinarie”, anche se non aveva ottenuto tantissime preferenze. La capogruppo Roberta Lombardi, però, ha lasciato aperto uno spiraglio.
Sembra quindi destinata all’archiviazione anche la candidatura di Stefano Rodotà, che ieri aveva ottenuto i voti dei grillini, di Sel e di buona parte del Pd.