I fogli di via ricevuti in seguito allo sciopero del 7 maggio scorso, con i blocchi ai cancelli dell’Ikea di Piacenza in solidarietà ai lavoratori della logistica, non hanno spaventato gli attivisti di Hobo, che si dicono pronti a “portare avanti la lotta”.
Dopo lo sciopero del 7 maggio, con il picchetto ai cancelli del magazzino Ikea di Piacenza, sono stati notificati a militanti di Hobo 5 fogli di via e un avviso orale per “pericolosità sociale”, più altri fogli di via a solidali e lavoratori. Il racconto di quello che avvenne quel giorno ci arriva da Giulia, attivista di Hobo destinataria di uno dei provvedimenti della Questura di Piacenza: “abbiamo bloccato i cancelli sedendoci per terra, in una forma di resistenza passiva. La polizia è intervenuta con lacrimogeni e ha caricato per allontanarci dal magazzino. Siamo poi stati bloccati dalla Digos, che ci ha perquisito alla ricerca di armi che ovviamente non hanno trovato e ci hanno promesso il foglio di via”.
Fogli di via prontamente arrivati, per grave turbativa di ordine pubblico, con accuse di violenza privata e inottempreanza agli ordini dell’autorità. Ma le misure adottate dalla Questura piacentina non hanno intimorito gli attivisti e militanti di Hobo solidali con i lavoratori della logistica. Questa mattina, alle 12, si sono infatti presentati all’Ikea di Casalecchio di Reno per tenere un’iniziativa comunicativa con cui informare i cittadini sulla vertenza Ikea, oltre che “per fare presente all’Ikea di Piacenza e alla Questura che non sono i fogli di via che ci fermeranno – avverte Giulia – la questione della logisitica non può essere fermata con provvedimenti come questi, come Hobo porteremo avanti la lotta alla vertenza Ikea fintanto che resterà aperta”.
E a dimostrazione del fatto che le lotte al fianco dei lavoratori della logistica non si fermano ci sono lo sciopero e i blocchi all’Interporto di quest’oggi. Due lavoratrici del magazzino Mr.Job (che gestisce la distribuzione del marchio Yoox) sono state sospese dopo aver scioperato “per aver ricevuto molestie sessuali di tipo psicologico – spiega ancora Giulia, presente sul posto – e le è stato impedito di rientrare al lavoro”. È a quel punto che è partito lo sciopero, con una cinquantina di lavoratrici che hanno lasciato il magazzino in solidarietà alle colleghe, e i blocchi organizzati dai solidali.
Andrea Perolino