Questa mattina è arrivato il 21° sgombero di Baobab Experience a Roma. Ancora una volta si ricorre alla forza senza fornire una soluzione di accoglienza per persone che ne hanno diritto. Esulta il ministro Salvini: “L’avevamo promesso, lo stiamo facendo. Dalle parole ai fatti”. Ma sull’occupazione di Casapound, che minacciò un bagno di sangue, il ministro disse: “Non è una priorità”.
Questa mattina a Roma dalle 7:15 è stato effettuato lo sgombero del centro di accoglienza per rifugiati “Baobab”. Le forze di polizia si son presentate in grandi forze, circondando il campo con 7 blindati, in assetto antisommossa e diverse volanti. Lo stesso campo, già nelle scorse settimane era stato recintato da un muro in cemento, cui mancava solamente il cancello, posto oggi dopo lo sgombero.
Dopo essere entrati, gli agenti hanno portato i rifugiati all’ufficio immigrazione sito in via Patini, dove avranno luogo le procedure di identificazione.
“Probabilmente alla fine della giornata i migranti saranno rilasciati, come è già avvenuto in passato”, racconta ai nostri microfoni Valerio, attivista del centro. Tra i migranti, diversi avevano ottenuto un legale riconoscimento all’accoglienza, ma il Comune non era stato capace di organizzarne una, producendo una grave carenza alla quale aveva in parte sopperito il centro autogestito.
Le Ferrovie dello Stato, proprietarie del terreno sopra il quale sorgeva il presidio, progettano una riqualificazione della zona, oggi caratterizzata da natura selvaggia e residui ferroviari abbandonati dall’adiacente stazione di Roma Tiburtina. “Il discorso – denuncia Valerio – è che non è stata trovata un’alternativa per i ragazzi che erano ospiti al Baobab; quindi i ragazzi, purtroppo, si ritroveranno in mezzo alla strada per l’ennesima volta”.
Il centro infatti ha dovuto subire già diversi sgomberi nel corso del tempo, secondo quanto riporta l’attivista raccontandone la lunga storia: “Il Baobab nasce nel maggio 2015 a via Cupa, una traversa della Tiburtina, e da allora è stato sgomberato 20 volte, oggi stiamo alla ventunesima credo, quindi siamo abituati agli sgomberi e siamo abituati a stare in mezzo a una strada”. A conferma dei numerosi sgomberi, dal maggio dell’anno scorso sino ad oggi il centro si era dovuto trasferire nell’attuale sede presso piazzale Maslan.
“Nell’ultimo campo – continua l’attivista – si era strutturata una situazione più completa con tende e gazebo; venivano organizzati corsi di italiano, di inglese, era stato attrezzato un campo da basket, giocavano a calcio, quindi diciamo era un piccolo villaggio globale”. Sin dall’inizio il centro si è presentato come sostituto provvisorio all’assenza dello Stato: “Quello che chiediamo fin dall’inizio al Comune di Roma è di avere un hub di prima accoglienza, Roma deve avere un hub di prima accoglienza destinato ai migranti transitanti. In tre anni ne abbiamo accolti 70.000 per strada – continua – dal momento che a Roma non trovano una sistemazione se non in mezzo ad una strada”.
Lo sgombero odierno è stato commentato dal ministro degli Interni Matteo Salvini: “Zone franche, senza Stato e legalità, non sono più tollerate. L’avevamo promesso, lo stiamo facendo. E non è finita qui. Dalle parole ai fatti”.
Lo stesso Salvini, tuttavia, che aveva ritenuto “non una priorità” lo sgombero dell’occupazione di Casapound in via Napoleone III.
Elias Deliolanes
ASCOLTA L’INTERVISTA A VALERIO DI BAOBAB: