Il piano di B di Renzi sull’immigrazione è inapplicabile e provocatorio. A dichiararlo è Oliviero Forti, responsabile immigrazione della Caritas Italiana, per il quale però può servire a scuotere l’Europa.
Il famoso piano B di Renzi, preoccupato dalle reazioni cieche degli altri paesi europei, prevede una serie di soluzioni per convincere i suoi partner europei a farsi carico dell’accoglienza dei migranti. Il Viminale avrebbbe proposto il rilascio dei permessi temporanei per motivi umanitari, cosa che permetterebbe ai migranti di varcare regolarmente la frontiera italiana.
Questa ipotesi non è una novità: prevista dall’articolo 20 del testo unico sull’immigrazione, il permesso temporaneo è stato utilizzato in passato da Roberto Maroni per fronteggiare l’emergenza nord Africa senza ottenere successi. La Francia, in quel caso, ma non sorprenderebbe se lo facesse ancora, non ha minimamente considerato quei permessi.
La storia si ripete e per non commettere gli stessi errori, secondo Oliviero Forti, responsabile Immigrazione della Caritas, bisogna pensare ad una soluzione condivisa. Le proposte di Renzi sono una provocazione e “credo che faccia bene a scuotere l’Europa su un tema che vede ancora i 27 paesi sordi. Ci sono posizioni di galleggiamento rispetto alle proposte. Le misure del piano B crediamo siano inapplicabili- Se questa è e rimane, noi l’accogliamo positivamente”
Il responsabile immigrazione della Caritas ribatte che non si possono costringere i paesi che soccorrono i profughi nel Mediterraneo con le loro navi a farsi carico dell’accoglienza. Il rischio è sempre lo stesso: molti Paesi potrebbero tirarsi indietro e questo indebolirebbe ancora di più un’operazione marittima come quella di Triton. “Secondo le regole i migranti vanno soccorsi e portati nel primo porto sicuro”.
Come può l’Italia chiedere all’Europa di restare unita quando, sul fronte immigrazione, è lacerata dalle ideologie politiche? Accoglienza è un vocabolo che non appartiere al gergo politico di tutti. Basta guardare a quello che succede a Roma e a Milano, al continuo rimbalzo di responsabilità e al facile “non dovremmo fare così”. Questa mattina una trentina di migranti sono stati sgomberati dalle coste di Ventimiglia, a pochi metri dal confine chiuso con la Francia.
Per il responsabile della Caritas, il fatto che piccoli numeri creino un grande precedente mostra la misura di quanto l’immigrazione sia adesso una questione politica e sociale. “Ventimiglia è uno specchio sociale dove si rispecchiano Paesi come l’Italia e la Francia incapaci di dialogare. È una situazione grottesca, che vedono serpeggiare le paure della popolazione europea e che qualcuno alimenta”.
A livello internazionale, bisognerebbe attivare una rete capace di creare un dialogo che oggi non c’è. Forti è preoccupato che questo percorso sia ancora lungo:”Questa Europa scricchiola di fronte alla messa in discussione di certezze e di privilegi a cui nessuno vuole rinunciare”. Di questo si sta discutendo in questi giorni a Tunisi, durante i convegni di Migramed: 16 delegazioni tra cui la Francia, Germania, Libano si mostrano un passo avanti rispetto alla situazione attuale:”Proviamo a sollecitare un dialogo”, un segnale che sembra non essere recepito dai politici europei.
Daniela Larocca