Sotto le Due Torri ritorna la questione delle mense scolastiche. I genitori tornano a farsi sentire chiedendo risposte all’Amministrazione sulle tariffe applicate, fra le più care in Italia. E lanciano un ultimatum: se non arriva una svolta si organizzeranno nuove mobilitazioni.

I genitori dell’Osservatorio mense di Bologna non hanno più intenzione di aspettare invano. Per questo motivo, dopo le sollecitazioni inviate nei giorni scorsi all’assessore all’Istruzione Marilena Pillati a farsi carico delle richieste sul costo dei pasti, ora arriva l’ultimo avvertimento: se la commissione scuola che si riunirà in Comune domani non darà risposte, le famiglie sono pronte a nuove proteste per chiedere una svolta sul sistema tariffario. “Perché stiamo pagando molto di più rispetto al resto d’Italia? Perché i dati che ci hanno fornito sono composti da voci che il Comune non è stato in grado di spiegare? – si domanda Sebastiano Moruzzi dell’Osservatorio mense – Abbiamo chiesto dati più specifici che ci sono stati negati, ora dopo diversi mesi abbiamo deciso che tenteremo di cambiare le cose attraverso forme di mobilitazione“.

Per i genitori i conti non tornano, soprattutto riguardo la congruità del costo del pasto fatturato da Seribo al Comune, che ammonta a 5,40 euro. L’Osservatorio fa notare che in confronto al Comune di Firenze questa tariffa è superiore di circa 1,50 euro, nonostante la ditta che fornisce il capoluogo toscano sia composta dagli stessi soci privati (Camst ed Elinor). Un abbassamento del costo per il Comune si tradurrebbe quindi in un abbassamento delle tariffe per le famiglie, che ora pagano 6,87 euro. “La spiegazione – dice Moruzzi – è che fanno molti più utili a Bologna che a Firenze”. E sulla questione degli utili di Seribo il Comitato mense cittadino aveva più volte puntato il dito, chiedendo – ed ottenendo, almeno in linea teorica – che venissero investiti nel miglioramento del servizio.

Le famiglie bolognesi, insomma, si sentono in credito col sistema delle mense scolastiche e per questo ribadiscono un’ulteriore richiesta, già avanzata nell’incontro con il Comune del maggio scorso e, anche in questo caso, accolta dall’Amministrazione: il tema del conguaglio dovuto alle famiglie su quanto hanno pagato più del dovuto.

L’Osservatorio mense si aspetta una svolta sul sistema tariffario e, se questa non arriverà in occasione della commissione consiliare di domani, saranno valutate nuove forme di mobilitazione per conquistare “in maniera piu’ efficace” un nuovo modello per pagare i pasti consumati dai figli a scuola. Si va dunque verso un nuovo sciopero dei pasti, come quello realizzato il 5 maggio scorso? “Quello sciopero ha portato dei miglioramenti nel servizio, valuteremo la modalità più efficace, ma non escludiamo anche una mobilitazione di quel tipo“, fa sapere Sebastiano Moruzzi.