Mentre in Italia si continua a morire per pioggia, il governo ha promesso di investire 7 miliardi in 7 anni per mettere in sicurezza il Paese. Paolo Berdini, ingegnere urbanista del Wwf, osserva che ne servirebbero almeno il doppio, spiega perché quelle risorse non esistono e punta il dito contro la cementificazione dello Sblocca Italia. I genitori di Chiavari, intanto, scrivono al governo.
Nel 2014, in Italia, si continua a morire per pioggia. È l’amara constatazione che viene dalla cronaca delle alluvioni, degli smottamenti e delle frane che colpiscono diversi territori del Paese ogni volta che si presenta una perturbazione.
Le allerte e le emergenze sono ossimoricamente all’ordine del giorno, al punto che il governo Renzi è stato costretto ad intervenire sul tema, per bocca del ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, promettendo lo stanziamento di 7 miliardi in 7 anni.
“Queste cose capitano e capiteranno sempre di più – ha affermato Galletti – per via dei cambiamenti climatici. Facciamo un patto: lo Stato si impegna a non fare più condoni edilizi e i cittadini si impegnano a trattare bene il proprio giardino”.
“La colpa non è dei cambiamenti climatici ma di chi predispone il bilancio dello Stato e non destina risorse alla messa in sicurezza del territori”, ha ribattuto ai nostri microfoni Paolo Berdini, ingegnere urbanista che collabora con le Pubbliche Amministrazioni e che siede nel consiglio nazionale del Wwf.
“I soldi che il governo dice di voler stanziare sono finti – spiega Berdini – perché provengono da altre filiere, di origine europea e non è detto che possano essere stanziati per contrastare il dissesto idrogeologico. Inoltre se c’è una posta di bilancio, occorre che venga confermata dal governo e dal Parlamento ogni anno e chi ci dà la sicurezza che questo avvenga?”.
Per l’ingegnere urbanista, dunque, ci troviamo di fronte all’ennesimo annuncio del governo, che però è quantomeno ambiguo: “Nello Sblocca Italia si continua a destinare grandissime risorse per le grandi opere che produrranno altro cemento. Nella prima stesura del decreto, all’articolo 7, sono stati stanziati appena 110 milioni di euro per la manutenzione del territorio, mentre solo l’alluvione di Genova ha provocato 400 milioni di danni”. In altre parole: il governo sta continuando ad investire su coloro che hanno creato il dissesto idrogeologico.
Quanto al patto proposto da Galletti ai cittadini, l’esponente del Wwf osserva che in Campania sta per essere effettuato il quarto condono edilizio: “Se non è un ministro a poterlo fermare chi deve essere?”.
Le risorse che servirebbero per una messa in sicurezza effettiva ammontano a 15 miliardi in 10 anni, ma contestualmente è necessario invertire la cultura e il modello di sviluppo.
Un modello che ha costretto anche le Amministrazioni Pubbliche a favorire la cementificazione. “Il problema risale a quando era ministro Franco Bassanini, quindi in un governo di centrosinistra – racconta Berdini – Fu allora che si incoraggiarono i Comuni a cementificare, dando la possibilità di utilizzare gli oneri di urbanizzazione non per la messa in sicurezza del territorio ma per la spesa corrente”.
Quel che occorre oggi, dunque, è che i cittadini e i comitati – oltre 6mila in Italia secondo un censimento del Wwf – inizino a far sentire la propria voce.
A far sentire la propria voce a Chiavari, una delle zone della Liguria colpite dalle alluvioni, sono state mamme e papà, che hanno scritto al Prefetto di Genova , il rappresentante del governo più vicino alla comunità, per chiedere risposte sulla gestione di quella che ormai sembra un’ordinaria emergenza, con conseguenze anche piuttosto pratiche.
“I nostri figli hanno già perso dieci giorni di scuola per le allerte – spiega Claudia Vago, una delle mamme – costringendoci anche a perdere giornate di lavoro. Questo comporta molti problemi per l’economia famigliare, specie in epoca di crisi, e per l’economia generale, perché se non ci rechiamo al lavoro perdiamo giorni di produzione”.
Al momento nessuno ha risposto alla lettera dei genitori che, con una nuova perturbazione in arrivo, hanno intenzione di proseguire la mobilitazione.