Manifestazioni in tutte le maggiori città del Paese contro la nomida di Delyan Slavchev Peevski a capo dei servizi segreti. E il governo fa marcia indietro. L’articolo di Davide Denti.

Ha solo 33 anni, ma Delyan Slavchev Peevski è già a capo dei servizi segreti bulgari, l’Agenzia di Stato per la Sicurezza Nazionale ”Dans” (данс). La sua nomina ha scosso la Bulgaria, che venerdì è scesa in piazza a Sofia per protestare contro quello che sembra uno dei primi passi falsi del nuovo governo di centrosinistra di Plamen Oresharski, tanto da spingere l’analista Georgi Gotev a sentire “odore di elezioni anticipate”.

Figlio della magnate dell’informazione Irena Krasteva, proprietaria di giornali e televisioni, una laurea in legge (contestata) alla piccola università di Blagoevgrad, Peevski ha iniziato la sua carriera politica a 21 anni nel 2001 come membro del partito NDSV del primo ministro ed ex zar Simeon Borisov di Sassonia-Coburgo-Gotha, per il quale è stato segretario parlamentare del ministro dei trasporti, entrando così nel consiglio d’amministrazione del porto di Varna, da cui venne allontanato per mancanza di titoli di studio. Nel 2002 viene immortalato in compagnia del famoso mafioso Ilia Pavlov, mentre negli anni successivi è indagato per scandali legati alle privatizzazioni, ma le inchieste vengono archiviate.

Nel 2005 Peevski viene nominato magistrato inquirente in campo economico per l’agenzia Sofia Investigative Services “con procedura eccezionale”, come da dichiarazioni del capo agenzia Angel Alexandrov (vicino al capo del partito DSP Ahmed Dogan), poichè Peevski non ha i titoli di studio necessari, nonostante sul suo CV millanti già un dottorato. Lo stesso anno, malgrado il cambio di governo, viene nominato vice-ministro per la gestione di emergenze e disastri nel governo del socialista Sergey Stanishev (oggi leader del partito socialista europeo) e fa parte del comitato inter-istituzionale per il rilascio delle licenze di esportazioni di armi. Nel 2007, viene citato in giudizio per ricatto e fatto dimettere dalla sua posizione di vice-ministro per “mancanza di morale” a seguito dello scandalo della BulgarTabac. Peevski chiede di tornare a fare il magistrato, l’agenzia glielo nega, Peevski ricorre in giudizio e il Consiglio di Stato bulgaro gli dà ragione ed ordina la sua riammissione.

Dal 2009, Peevski è parte del gruppo parlamentare DPS della minoranza turca, e delle commissioni parlamentari su Sicurezza e ordine interno e sugli Affari legali. Nel 2013 è stato rieletto nel collegio della città di Pazardzhik, in Rumelia.

Venerdì 14 giugno Peevski è stato eletto a capo dei servizi segreti, con i voti del partito socialista BSP e del gruppo turcofono DPS. Il Parlamento non ha dibattuto della sua nomina, che è stata portata ai voti 15 minuti dopo che il suo nome era stato fatto per la prima volta, nonostante le forte critiche sollevate tra gli stessi deputati socialisti (tra i critici, anche l’europarlamentare socialista bulgaro Ivailo Kalfin). L’ex primo ministro Boyko Borisov ha condotto i parlamentari del suo partito GERB fuori dall’aula al momento del voto, dichiarando i socialisti un partito “morto” e denunciando la presa di potere da parte del DPS.

Il primo ministro Oresharski ha difeso la decisione del Parlamento, dicendo che la Bulgaria aveva bisogno di prendere seri provvedimenti per fermare la criminalità organizzata e il contrabbando e Peevski è il più adatto al compito – anche se gli manca l’esperienza diretta sul campo. “Peevski è stato scelto perché non è parte del sistema e abbiamo volutamente cercato un tale specialista esterno in modo che egli possa ristrutturarlo” ha detto Oresharski ai giornalisti.

La reazione della maggioranza assoluta dei commentatori politici è stata estremamente negativa. Secondo un analista, si è trattato di “un colpo di stato della mafia“. “E’ come nominare Al Capone a capo dell’IRS“, ha commentato la fondatrice di EUinside Adelina Marini: “da oggi la Bulgaria può essere tranquillamente definita uno stato fallito“.

La società civile bulgara, tuttavia, non sembra aver ingoiato il rospo. Ben presto davanti al palazzo del governo si sono raccolti dimostranti spontanei, al grido di “arrivederci”, “dimissioni” , “rossi spazzatura”, e “non vogliamo un governo della mafia dell’energia”. Entro sera, manifestazioni erano riportate anche a Plovdiv e in altre città, mentre a Sofia migliaia di manifestanti bloccavano il ponte Orlov. Su twitter, l’hashtag di riferimento era  #дансwithme. Uno dei manifestanti ha dichiarato: “non vogliamo che nuovi banditi rimpiazzino i vecchi banditi”, mentre altri cantavano l’inno nazionale.

Alcuni leader delle proteste di massa che hanno rovesciato il precedente governo Borisov nel mese di febbraio hanno abbandonato un incontro con il primo ministro Plamen Oresharski e hanno invitato a nuove manifestazioni di piazza, chiamando la nomina “una presa in giro” delle loro richieste di maggiore trasparenza.

In una dichiarazione inviata al Presidente dell’Assemblea Nazionale, il socialista Mihail Mihov, da circa 20 organizzazioni non governative, si denuncia che la nomina di Peevski a capo del DANS peggiorerebbe la crisi istituzionale in Bulgaria e porterebbe all’isolamento internazionale del Paese. La dichiarazione ha invitato l’Assemblea Nazionale a revocare l’elezione del capo della Agenzia di Stato per la Sicurezza Nazionale, e organizzare una nuova elezione “secondo la corretta procedura parlamentare”, sottolineando come l’elezione di Peevski sia “politicamente disastrosa per la vita e la reputazione della democrazia bulgara oggi e in futuro”.

Una simile posizione è stata assunta dal presidente della repubblica Plevneliev, che si è visto strappare dal parlamento di Sofia il potere di nominare il capo dei servizi segreti, ha visto ridurre i requisiti legali per la nomina (ora – guarda un po’! – basta una laurea in legge) e nelle ore subito successive ha assistito alla nomina di Peevski. Il presidente della repubblica ha annullato  la sua partecipazione a una cerimonia di apertura di un nuovo ponte sul Danubio con la Romania e ha convocato una seduta straordinaria del Consiglio di sicurezza nazionale la prossima settimana per discutere la nomina di Peevski, segnalando la sua disapprovazione. “Non saremo in grado di combattere efficacemente il crimine, se a capo dei servizi segreti c’è una persona di cui i nostri partner esteri non hanno fiducia”. Plevneliev ha detto che la nomina di Peevski avrà “conseguenze negative durevoli. Non dà speranza per un cambiamento” e che “è un peccato che la procedura di nomina non abbia nulla in comune con la trasparenza promessa”. Il capo dello stato ha detto che insisterà perchè ogni nomina del governo sia debitamente motivata.

I successivi governi della Bulgaria, negli ultimi vent’anni, non sono riusciti a tagliare i legami clientelistici tra politici e affaristi, scoraggiando gli investimenti esteri e mantenendo la repubblica balcanica sotto monitoraggio UE e fuori dalla zona Schengen anche dopo il suo ingresso nell’Unione nel 2007, come sottolineato da Tsvetelia Tsolova. Solo pochi giorni fa, l’ufficio bulgaro contro la corruzione, Borkor, aveva denunciato come il 98% degli appalti pubblici sia vinto dal 2% delle aziende, e come la corruzione sia particolarmente diffusa, soprattutto nei settori dell’energia e delle ferrovie. Proprio l’aumento indiscriminato dei prezzi dell’energia elettrica a seguito delle privatizzazioni aveva portato, lo scorso inverno, alle dimissioni del governo Borisov e ad elezioni anticipate.

Davide Denti

Fonte: East Journal – Società, politica e cultura dell’Europa Orientale