Grandi nomi, novità, conferme di qualità, in una rassegna attesissima che aggiunge un valore enorme a un territorio periferico sempre in crescita. In Sala Paradiso da lunedì 25 marzo al lunedì 20 maggio: Paradiso Jazz Festival, la Resistenza culturale, parla con le note del grande Jazz.
Pronti, via… un’ora di luce in più, i “piumini” dei pioppi in fiore, le serate a ridosso di uno spazio verde e il sentore della bella stagione che viene sempre annunciata dal Paradiso Jazz. Grande entusiasmo, voglia di esserci e come al solito qualità in crescita e fili rossi evidenti, anche in questa programmazione 2019.
Squillino le trombe (Terence Blanchard, Avishai Cohen), ma anche rullino i tamburi (Dave Weckl, Peter Erskine), cosi direi di iniziare la presentazione del programma, come un araldo che carico di passione si fa annunciatore di grandi formazioni.
Si comincia lunedì 25 marzo, Terence Blanchard (feat. The E-Collective), autore delle più importanti colonne sonore dei film di Spike Lee, musicista aperto, dalla estesa sonorità, un davisiano con le immagini in testa. Noto per il suo impegno sociale, si inizia col botto in Sala Paradiso. Aggiungo che gli appuntamenti saranno sei, uno in più delle stagioni precedenti.
Proseguiamo con David Helbock’s Random/Control, lunedì 8 aprile, noti all’estero, meno in Italia saranno la scommessa del festival, se la scommessa corrisponde a quella della scorsa edizione (The Vein Trio), sarà un’altra bella sorpresa della rassegna.
Mike Stern & Dave Weckl Band (feat. Tom Kennedy & Bob Franceschini), lunedì 15 aprile e Peter Erskine & The Dr Um Band, lunedì 6 maggio, per portare la Fusion Jazz Rock, presente nei programmi del Festival, evidenziandone il drumming incisivo di Dave Weckl e Peter Erskine.
Un altro trombettista Avishai Cohen, martedì 30 aprile, dal linguaggio moderno e contemporaneo, ma anche lui con salde radici di tradizione davisiane.
Si chiude rendendo omaggio a un grande monumento del Jazz, del Free e dell’impegno sociale (Attica blues…), significa tanto avere Archie Shepp, classe 1937 ancora in attività per concerti e collaborazioni, chiuderà il festival lunedì 20 maggio, accompagnato dal Trio di Massimo Faraò.
Fortunatamente, lo schema della tradizione felsinea e casareccia alimentare rimane protagonista, fra tagliatelle e lasagne, crescentine e salumi, come companatico alle proposte culturali in Jazz e non solo di Arci Paradiso sono l’ennesima conferma che “pane e salame”, risultano tutt’altro che dozzinali, anzi magari sono un perfetto connubio con la musica di grande gusto, e come al solito di sti tempi il “diversamente normale” diventa eccellenza speciale.
L’edizione di quest’anno del Paradiso Jazz, non si ferma alla qualità delle proposte artistico musicali, Il Festival dell’ARCI San Lazzaro volge lo sguardo al mare, interrogandosi su ciò che sta accadendo nel Mar Mediterraneo, e supportando in maniera concreta la piattaforma non governativa Mediterranea Saving Humans, un’ azione di denuncia e monitoraggio su quanto sta accadendo nei nostri mari, un progetto di attivazione collettiva che ha visto tantissime associazioni e organizzazioni della società civile mobilitarsi in questi mesi.
Ci si riconosce nelle parole degli organizzatori, “in una contingenza sociale e politica come quella che stiamo attraversando, noi che amiamo il Jazz e ci identifichiamo nei suoi valori non possiamo che sentirci parte in causa, offesa, indignata e ribelle alle chiusure che vengono opposte a quella parte di umanità che cerca libertà e dignità nei territori italiani ed europei”
… e che l’inverno si trasformi in Primavera, aggiungo ricordando che il direttore artistico Marco Coppi sarà in diretta con Radio Città Fujiko a Jazz Live venerdì 22 marzo, dalle 11,45 (circa).
William Piana
A fondo pagina, potete ascoltare l’intervista a Rossella Vigneri, presidente di Arci Bologna