Presentata oggi in conferenza stampa alla Cineteca di Bologna Lo sguardo di Michelangelo. Antonioni e le arti, la mostra che dal 10 marzo al 9 giugno 2013 celebrerà a Palazzo Diamanti, nella sua città, il grande regista ferrarese.
La prima grande mostra su Michelangelo Antonioni, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, in collaborazione con la Cineteca di Bologna. Arriva a conclusione di un ricco programma di iniziative che, a partire dalla fine di settembre, stanno celebrando il centenario della nascita di questo protagonista della cultura del ‘900 (1912-2007), definito da Martin Scorsese “uno dei più grandi artisti del XX secolo, un poeta del nostro mondo che cambia” e da Wim Wenders un sensibilissimo “pittore dello schermo”. Punto di partenza e filo conduttore dell’esposizione è propriolo stretto rapporto e la reciproca influenza fra l’opera del regista e le arti figurative, che viene messa in luce accostando i lavori di Antonioni a lavori di grandi maestri del Novecento, come De Chirico, Morandi, Rothko, Pollock, Burri e Vedova. Il risultato è un inedito e suggestivo dialogo tra film e pittura, letteratura e fotografia che, come ha affermato Maria Luisa Pacelli – Direttrice delle Gallerie d’arte moderna e contemporanea di Ferrara – “risponde alla volontà di Antonioni stesso che l’avvicinamento e la comprensione dei suoi lavori avvenisse in maniera trasversale, tramite il contesto culturale circostante”.
Al pari di Roberto Rossellini, Michelangelo Antonioni ha contribuito al passaggio del cinema italiano dalla vocazione realista alla sua ambizione di farsi pensiero, distinguendosi per la capacità di sondare l’animo umano con sguardo innovatore, radiografando le inquietudini del mondo contemporaneo, come dimostrano i capolavori della mauturità come Blow-Up, Zabriskie Point, Professione: reporter. Questa straordinaria carriera viene raccontata a partire dal prezioso patrimonio di opere, oggetti e documenti relativi alla vita e al lavoro del regista, che lui stesso ha lasciato al Comune di Ferrara: i suoi film e documentari; le sceneggiature originali e le fotografie di scena, tra le quali spiccano quelle di Sergio Strizzi e Bruce Davidson; la biblioteca, la discoteca, gli oggetti personali e professionali che parlano delle passioni di Antonioni; l’epistolario, intrattenuto con i maggiori protagonisti della vita culturale del secolo scorso, da Roland Barthes a Federico Fellini, da Andrei Tarkovsky a Giorgio Morandi.
Il percorso espositivo, come ha sottolineato il curatore della mostra Dominique Païni – già direttore della Cinémathèque Française e del Centre Beaubourg –, è articolato in nove sezioni in cui si avvicendano un racconto cronologico e approfondimenti tematici su alcuni motivi chiave del lavoro di Antonioni: le nebbie della pianura padana si confrontano con la luce abbagliante dei deserti aridi e polverosi delle pellicole della maturità; le visioni della metropoli moderna, ispirate alle atmosfere della pittura metafisica, si alternano alle lucide premonizioni della crisi che incombe sulla società dei consumi; la bellezza “notturna” della Bosè e la solarità della Vitti delineano i due poli dell’immaginario femminile, mentre l’indolenza dei personaggi maschili dei primi capolavori è opposta alla rappresentazione della vitalità ribelle delle giovani generazioni della Swinging London o dell’America degli anni Settanta.
Come ha spiegato ancora Païni Lo sguardo di Michelangelo. Antonioni e le arti “è una narrazione, non solo un’esposizione”, gettando uno sguardo nuovo sulla vita e il lavoro del regista italiano, vuol essere una testimonianza viva della sua forza creativa e dell’attualità della sua poetica proprio perché “ha cercato le risposte per la contemporaneità nella contemporaneità stessa”.
Maggiori informazioni su www.palazzodiamanti.it
Federica Pezzoli