L’idea potrebbe sembrare assurda ma c’è qualcuno che l’ha messa in pratica: intraprendere senza documenti un viaggio per l’Europa, vestiti come a una festa di nozze. E’ quello che ha fatto un gruppo di profughi siriani e palestinesi, che volevano andare in Svezia a tutti i costi. Da questa storia è nato “Io sto con la sposa.”

“Cercavamo un modo sicuro per attraversare le frontiere. In fondo, chi fermerebbe mai un corteo nuziale per un controllo?.” Antonio Augugliaro, regista, insieme a Gabriele Del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry, del film in uscita oggi “Io sto con la sposa” , racconta quasi con semplicità la grande avventura che l’ha coinvolto e dalla quale nasce il film. 

Nell’ottobre dello scorso anno, poco dopo il naufragio di Lampedusa, Del Grande e Al Nassiry, incontrano dei profughi siriani e palestinesi alla stazione centrale di Milano. Vengono dall’isola siciliana, sono sopravvissuti al Mediterraneo, e vogliono assolutamente arrivare in Svezia. I due decidono di aiutarli e ne parlano con Augugliaro. Inizia così un viaggio assurdo che tocca gran parte d’Europa. Ma non è tutto, perchè ad una traversata via terra che ha già dell’incredibile, si aggiunge una nota di rara genialità. I profughi, i regolari e gli italiani (in tutto 23), viaggiano vestiti come ad un corteo nuziale, convinti di essere talmente esposti da non destare sospetti.

“E’ un’Europa aperta e accogliente quella che abbiamo incontrato.” dice, quasi stupito, Augugliaro che ricorda come il film sia stato realizzato grazie al crow-founding. Per capire come è andato a finire questo incredibile viaggio basta andare al cinema. “Io sto con la sposa” sarà proiettato oggi alle 20.30 e alle 22.30 al Cinema Lumière di Via Azzo Gardino 65, in Sala Officinema/Mastroianni.