Decurtazione di stipendio di 300 euro al mese per i lavoratori e oltre 200 esuberi in Emilia Romagna che mettono a rischio servizi come la cassa integrazione. I dipendenti Inps protestano contro i tagli al pubblico impiego.
I lavoratori Inps di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa, Cisal-Fialp e Usp hanno organizzato, questa mattina, un presidio davanti alla sede regionale a Bologna, contro i tagli varati dal governo che saranno operativi fra due settimane.
Un presidio, in contemporanea con un’analoga mobilitazione a Roma, che si inserisce nelle manifestazioni che hanno avuto luogo in tutta Italia.
Le manovre della spending review hanno tagliato ulteriormente i fondi dei progetti speciali, con dati drastici sui servizi e sui salari. Si tratta di cifre che si aggirano tra i 3mila ai 5mila euro all’anno per ogni dipendente, circa 300 euro al mese. L’Inps viene messo in difficoltà in ogni attività e non solo limitatamente all’erogazione delle pensioni.
A livello nazionale si contano circa 2500 esuberi dichiarati, con una ricaduta sull’Emilia di oltre 200.
Le proteste puntano a far cambiare idea al Ministero del tesoro e mirano al blocco della manovra. “Uno slogan descrive bene lo stato dell’arte – spiega ai nostri microfoni Alessandra Germani, responsabile regionale di Fp-Cgil – L’Inps non può essere usato come un bancomat per pareggiare i conti”.
Per questo sono state già avviate tutte le procedure necessarie per uno sciopero. “Noi vogliamo un progetto di riorganizzazione dell’ente che valorizzi le competenze professionali dei lavoratori e che metta in sinergia le risorse, tagliando razionalizzando le economie di scala e non certo gli stipendi o le pensioni” conclude Germani.
Lucia Occhipinti