Andrà in scena il primo agosto in Piazza Imbeni lo spettacolo di Matteo Belli sulla strage del 2 agosto 1980. Terzo di una trilogia, lo spettacolo traspone in forma teatrale i racconti dei superstiti di quel giorno a trentanove anni dall’accaduto.
A trentanove anni dalla strage alla stazione di Bologna, l’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna organizza una serie di iniziative volte a ricordare quel due agosto 1980. Fra questi, lo spettacolo teatrale di Matteo Belli “Un’altra vita” che appartiene alla “trilogia della vita”, iniziata con “Cantiere due agosto” nel 2017 e premiata allora da 10mila spettatori per le strade.
Attraverso la rappresentazione teatrale si vuole inscenare quello che il regista definisce “il dramma di chi resta”. Si è infatti deciso di trasporre sotto forma di monologo una serie di testimonianze di chi quei giorni rimase ferito o solo per caso si trovava in stazione centrale.
L’idea di scegliere il monologo come forma scenica parte dalla voglia di voler trasporre il dramma umano non nelle solite forme corali e riuscire a riportare lo spettatore alle emozioni e le sensazioni di quel 2 agosto 1980.
Per questo lo spettacolo tenta di occuparsi di chi continua a vivere e si pone come “obbligo della memoria”, anche se le persone prese in considerazione sono un piccolo campione, ma utile a ricostruire una vicenda ancora aperta della cronaca italiana.
La realizzazione dello spettacolo è stata possibile anche grazie alla collaborazione del presidente dell’Associazione Famigliari delle Vittime, Paolo Bolognesi, che ha aiutato a rintracciare alcune testimonianze, tra cui molte rimaste sopite per molto tempo e ad oggi ancora utili per la ricostruzione dei fatti.
Oltre alle testimonianze dei superstiti, il regista si è avvalso della collaborazione della storica Cinzia Venturoli, che sottolinea come la trasposizione teatrale possa valere anche come documento storico, funzionale alla ricostruzione e all’interesse delle nuove generazioni. È proprio l’interesse di questi ultimi che si cerca di destare, affinché la tragedia di trentanove anni fa non vada persa ma si trasformi in “Public History”, ossia una modalità di restituire la storia al pubblico in una forma più accessibile.
“Un’altra vita” cerca quindi di essere un documento storico accessibile alla collettività, senza scadere nella retorica e cercando di intercettare anche l’interesse dei più giovani. Sopratutto a questi ultimi è rivolta la serie di iniziative in memoria del due agosto, come sottolinea Miriam Ridolfi, l’assessore comunale che coordinò i soccorsi quel giorno.
Con “Un’altra vita” Matteo Belli è riuscito a trasporre il dramma di quel giorno e le ferite ancora aperte da trentanove anni a questa parte, apportando una nuova forma di indagine e di riscoperta inscenando una nuova forma di storiografia.
Lo spettacolo andrà in scena il primo agosto, alle 21.30 in piazza Renzo Imbeni, davanti alle torri della Regione.
Chiara Guerrieri
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