Le proteste dei pastori continuano in tutta la Sardegna. Il prezzo del latte imposto dai trasformatori non copre nemmeno i costi di produzione. Oggi Conte e due ministri nell’isola per discutere del tema. Le parole ai nostri microfoni di Maria Barca, portavoce del Movimento Pastori Sardi.
Da giorni i pastori sardi protestano contro il calo del prezzo del latte, arrivato a circa 55 centesimi al litro. Un prezzo troppo basso per riuscire a coprire i costi di produzione e senza un minimo di margine di guadagno per gli allevatori. La protesta è iniziata con fiumi di latte gettati sulle strade: meglio buttarlo che venderlo alle aziende di trasformazione, senza che il loro lavoro sia remunerato giustamente. Si è continuato con blocchi stradali e manifestazioni alle porte delle sedi istituzionali.
“I pastori con questa protesta rivendicano un giusto prezzo del latte che in questo momento è assolutamente sotto i costi di produzione e vogliono rivedere le regole, vogliono tornare ad essere proprietari del loro prodotto principale che è il latte ovino – commenta ai nostri microfoni Maria Barca, portavoce del Movimento Pastori Sardi – Questo altalenante prezzo del latte non è mai stato regolamentato in nessun modo. Anzi se c’erano, e ci sono, dei consorzi o degli enti preposti per tutelare il mercato e i prodotti che si fanno attraverso questo latte, ma questi consorzi non hanno mai funzionato, hanno fatto un disastro”.
I manifestanti hanno lanciato l’ultimatum: se non avranno risposte celeri bloccheranno i seggi elettorali delle elezioni regionali del 24 febbraio. Oggi l’arrivo a Cagliari del Presidente del Consiglio Conte, accompagnato dal ministro per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Centinaio e la ministra per il Sud Lezzi che incontreranno i pastori, per cercare di trovare un punto d’incontro. In previsione anche il tavolo presso il Palazzo Viceregio in Prefettura per presentare le modalità di avvio del programma di sviluppo territoriale. Lo stesso ministro Centinaio, nei giorni scorsi, aveva dato ragione ai lavoratori sardi promettendo di intervenire affinché i produttori possano avere un guadagno degno rispetto al prezzo di vendita finale dei prodotti.
Tantissime le visualizzazioni e le condivisioni dei video della protesta sul web. I pastori, con disperazione, aprono i rubinetti e buttano a terra il frutto del loro sudore: migliaia di litri di latte riempiono le strade, vengono dati agli animali o regalati alle persone, per chi si può permettere di pastorizzare il prodotto. L’intera isola si stringe e sostiene questa loro lotta. Un popolo orgoglioso, spesso diviso. Ma la musica sembra cambiare in Sardegna: se nell’isola, come dicono in tanti, ci sono solo pastori e pecore, ora finalmente si fanno sentire.
Claudia Serra
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