Parte la mobilitazione degli studenti per iniziativa di Assemblea Piazza Verdi. L’obiettivo è quello di esprimere il dissenso nei confronti della precarizzazione dell’università e dei relativi tagli. La polemica coinvolge nuovamente il rettore Ivano Dionigi.
In corso, nella giornata di oggi, una nuova mobilitazione studentesca contro crisi e precarietà.
La manifestazione nazionale, indetta dai collettivi autonomi studenteschi dell’intero Paese, arriva anche tra le mura di Bologna ed è organizzata dall’Assemblea Piazza Verdi, una nuova piattaforma che riunisce diverse realtà di movimento cittadine, tra cui Hobo e Cua. È questo infatti a essere diventato uno dei luoghi simbolo della città, dimensione ideale da cui, proprio nei pressi dell’università, partire per quello che potrebbe definirsi un vero e proprio “tour di denuncia”: “L’appuntamento è per le 13 in Piazza Verdi, quella fondamentale interfaccia tra università e metropoli di cui vogliamo riappropriarci”, afferma Gigi del gruppo Hobo ai nostri microfoni.
Bersaglio della protesta ancora una volta il Rettore Ivano Dionigi che nel pomeriggio parteciperà a un seminario di economia con le imprese e le cooperative bolognesi. Fissata alle 14:00, dunque, la protesta in Piazza Scaravilli che accoglierà il rettore al momento del suo arrivo. L’obiettivo? Esprimere il dissenso contro quella che è ormai un’effettiva aziendalizzazione dell’università. La contestazione si articolerà seguendo un percorso ben preciso “Toccheremo i luoghi più significativi della nostro spazio studentesco come la mensa, l’ufficio tirocini e lo studentato di cui i collettivi rivendicano la riappropriazione”, continua Gigi.
Al centro del dibattito gli argomenti che hanno segnato questo lungo periodo di contestazioni studentesche: il reddito, il welfare, il conflitto e l’opposizione rispetto ai processi di smantellamento dell’università e di precarizzazione. La campagna contro quest’amministrazione universitaria prende spunto dai numerosi episodi che l’hanno coinvolta in relazione ai tagli e alla diminuzione delle borse di studio nell’ultimo anno. È Dionigi che nei panni di uno sceriffo proprio nei giorni scorsi ha assunto appositamente una cooperativa per togliere i manifesti appesi in via Zamboni contro la sua amministrazione: “Ci chiediamo come sia possibile che i soldi vengano utilizzati in questo modo piuttosto che essere investiti nelle borse di studio, ormai sempre più in calo”, conclude Gigi.
A sostenere la riforma Gelmini era stato infatti lo stesso Dionigi, additato adesso dai collettivi bolognesi come complice e responsabile dei tagli a danni degli studenti: “Chiediamo semplicemente una Bologna più libera, diamo vita oggi a nuovi processi di socialità, tutti alle 13:00 in Piazza Verdi”.
Alessandra Caputo