Sono già 28 le vittime dell’invasione di terra della Striscia di Gaza, iniziata ieri sera dall’esercito di Tel Aviv. Dopo il massacro prodotto da dieci giorni di raid aerei, Israele non sembra volersi fermare. E la tregua non è mai apparsa così lontana.
L’invasione di terra della Striscia di Gaza ha avuto inizio ieri sera alle 22. Le vittime, stando ad un primo bilancio sono 28, il che porta il numero totale dei morti palestinesi dall’inizio dell’operazione “Bordo Protettivo” a 267, ma sembra un numero destinato ad aumentare.
GLi attacchi israeliani più intensi, si sono registrati nella parte nord della Striscia, in particolare a Gaza City e Beith Hanoun. Le azioni di terra dei tank, che si aggiungono ai bombardamenti aerei e ai missili lanciati dalle navi, stanno radendo al suolo numerose abitazioni civili. L’obiettivo di Israele, che precisa che non si tratta di un’invasione, ma di un’operazione di terra, è distruggere i tunnel sotterranei utilizzati da Hamas. Con premesse del genere le operazioni possono essere indiscriminate e senza limiti.
“Ieri è stata tagliata la corrente -racconta con amarezza Meri da Gaza, che parla mentre le bombe israeliane continuano a cadere a poca distanza- quasi per dare più suspense alla popolazione sotto i bombardamenti e i gas illuminanti. Non è vero- continua- che ci sono stati avvertimenti o ordini di evacuazione, come dimostra il fatto che stiano bombardando ora, senza averci avvertiti.”
“La comunità internazionale non riesce a unirsi in un fronte unico, né la comunità araba, che continua nella sua sterile divisione, riesce a intervenire. Hamas attacca l’Egitto e lo rifiuta come interlocutore. L’Egitto attacca il Qatar, e il Qatar stesso non possiede più il potere politico per unire tutti gli arabi.”spiega il giornalista e analista Mohamed Bashir Abukabda.
“In questo contesto Israele ha avuto il “via libera”per fare quello che vuole. Un intervento di terra, dopo i massacri degli ultimi giorni, non sarebbe stato così facile fino a pochi anni fa. Ma un intervento ancor più brutale di Israele -continua il giornalista- non avrebbe conseguenze solo su Gaza, ma accenderebbe altri fronti.”Il riferimento è alla presenza segnalata in tutto il mondo arabo di uomini legati allo Stato Islamico, lo stesso che ha proclamato il Califfato in Siria e Iraq.