Comincia a essere chiaro che quello di Fiumicino sarà un disastro naturale senza precedenti per la zona nord del litorale romano. Due tentativi di furto ai danni dell’oleodotto Eni, hanno fatto sì che il cherosene entrasse in circolo in tutta la fitta rete di canali per l’irrigazione della zona, sino ad arrivare alla costa.

Si sta materializzando un disastro ambientale senza precedenti sul litorale nord romano. Giovedì e venerdì, due tentativi di furto di cherosene, alle condotte Eni, hanno causato la fuoriuscita del carburante che si è riversato nei canali di irrigazione agricola della zona, sino a giungere al mare. Le conseguenze, la cui valutazione è ancora in corso, appaiono già drammatiche.

Si può dare per persa la fauna ittica” ammette senza troppi giri di parole Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, che spiega come l’organizzazione ambientalista stia valutando quale sia il modo migliore per intervenire.

Ed è appunto la valutazione del disastro a creare più problemi. Vista la particolare biodiversità della zona interessata dal disastro, dove si trova anche un’oasi del WWF, gli effetti dello sversamento potrebbero protrarsi nel tempo. Se, come detto, le conseguenze sono già ben visibili e drammatiche sui pesci, è probabile che uccelli e mammiferi, molto numerosi nell’area, si siano cibati dei pesci avvelenati, concorrendo così a innescare l’effetto a catena, che molti esperti prevedono. L’ecosistema del luogo è stato distrutto, resta da capire quale sarà l’effettiva dimensione del disastro.