È possibile un altro modello economico? Questa la domanda cui si è tentato di rispondere nell’incontro Non con i miei soldi. Da Occupy Wall Street alla finanza etica, in programma sabato 6 ottobre nell’ambito di Internazionale a Ferrara.
Un tema che, a giudicare dalla lunga fila in attesa fuori dal Cinema Apollo, non riguarda solo gli esperti di economia e finanza. A richiamare così tante persone anche gli ospiti che ne hanno discusso: Ugo Biggeri, Presidente di Banca Etica, Shawn Carrié, attivista di Occupy Wall Street, e Malcom Hayday, dell’inglese Charity Bank. Insieme a loro Claudia Vago, che come social media curator ha narrato molti dei movimenti di protesta nati nello scorso 2011 da Madrid a New York, e Paolo Beni, dell’Arci Nazionale.
Dal dibattito sono emersi due punti fermi: il primo è che questo modello economico che sta implodendo o meglio è già esploso va rimesso in discussione, ad esempio ripensando gli indicatori di benessere. Il nuovo paradigma da mettere in pratica è una economia compatibile con il pianeta e con l’interdipendenza fra i popoli, in altre parole meno consumi, sistemi produttivi sostenibili e redistribuzione della ricchezza a livello globale. Il secondo punto fermo è la mancanza di democrazia e trasparenza all’interno del sistema economico internazionale. Come ha affermato Carrié: “Chi di noi sa come funziona il Fondo Monetario Internazionale? Chi sono questi signori e perché hanno il diritto di decidere per noi? Il problema – ha sottolineato l’attivista – non è la mancanza di denaro ma il fatto che queste persone lo distribuiscono a chi vogliono perché hanno la patente di esperti del settore e noi dobbiamo tacere”. Anche Malcom Hayday ha sottolineato l’importanza della conoscenza e della consapevolezza: “tutti noi siamo in parte responsabili perché nessuno ha mai chiesto al proprio funzionario di banca come venissero investiti i propri soldi, la cosa grave – ha ironizzato – è che non saprebbe rispondere”, perché le decisioni vengono prese ad un livello così distante dal cliente che sembra che in realtà non ci siano veri responsabili. Per questo Charity Bank, oltre a non fare speculazione, cerca di far conoscere il più possibile ai propri clienti quale tipo di progetti vengano finanziati con i loro risparmi.
Sul versante della trasparenza ad Banca Etica è all’avanguardia: è stata infatti la prima banca a mettere in rete sul proprio sito i finanziamenti che eroga. C’è dunque, secondo il Presidente Ugo Biggeri, ancora un margine d’azione: “la democrazia si attua dove la si esercita”, per questo “dobbiamo usare tutti gli spazi di partecipazione a nostra disposizione”, ad esempio non delegando queste tematiche ai cosiddetti esperti e chiedendo conto del come viene usato il nostro denaro. Proprio in quest’ottica Banca etica, prendendo spunto dall’iniziativa inglese Move your money, ha lanciato la campagna di sensibilizzazione Non con i miei soldi.
Federica Pezzoli