Otto associazioni, che rappresentano il 95% dei disabili bolognesi, non ci stanno a farsi strumentalizzare: “Noi siamo favorevoli ai T-Days, con le dovute correzioni”. Sotto tiro la presidente della Consulta Guerriero.
Non si ferma il dibattito sui T-days, il piano di pedonalizzazione, che prevede la chiusura della famigerata zona T nei week-end. Non si tratta però di scontro frontale fra la giunta e le associazioni di disabili, ma di un quadro in cui le posizioni sono ben più articolate.
Questo almeno è emerso nella conferenza stampa convocata questa mattina da otto associazioni fra le più rappresentative della Consulta per il superamento dell’Handicap (ANMIC, ANMIL, ANS, UICI, UNMS, ANPVI, ARP, CTS) che chiedono che la loro voce non venga strumentalizzata e confusa con le eclatanti dichiarazioni della Presidente della Consulta per il superamento dell’handicap, Giovanna Guerriero.
I rappresentanti delle associazioni invocano chiarezza affinché la battaglia contro i T-days, giunta fino al ricorso al Tar a cui si chiede l’annullamento della delibera comunale, non si trasformi sui media nello slogan condiviso dai diversamente abili.
“Noi non ci schieriamo contro i T-Days”, sottolineano con fermezza le associazioni coinvolte, che chiedono ascolto, affinché il provvedimento di pedonalizzazione sia integrato da tutta una serie di migliorie.
Sul ricorso al Tar c’è la firma della Guerriero, in veste di presidente dell’associazione “Noi insieme a Scherazad” e non come presidente della Consulta, accanto a quella di Enrico Postacchini, presidente Ascom, si precisa in queste ore.
Per Buonamassa, presidente ANPVI, “un accostamento a dir poco inedito se solo si riflette un attimo sulle tante inadempienze degli esercenti, fra i primi a non rispettare le norme che impongono adeguamenti degli esercizi commerciali per superare le barriere architettoniche.”
“L’annullamento della delibera ci farebbe fare numerosi passi indietro, gettandoci nel caos precedente”, si sente ripetere dagli esponenti delle associazioni, rischiando anche di vanificare il lavoro del Tavolo tecnico per il superamento delle barriere architettoniche istituito ad aprile. Uno spazio di confronto che sta dando risultati positivi, in un momento in cui la giunta sembra aver compreso che andare avanti a spada tratta, con una delibera calata dall’alto, non porta a nulla di buono.
“Chiudere il centro al traffico – evidenzia Gennaro Iorio – significa ridurre l’inquinamento acustico, fra gli elementi, spesso sottovalutati, con cui si rende di fatto impossibile l’indipendenza degli ipovedenti, tarata su mappe sonore”. Iorio non nasconde però che resta ancora molto da fare, dato che in diversi punti della città gli attraversamenti pedonali non sono adeguatamente segnalati. “Vogliamo che il diritto alla mobilità non resti una parola vuota, ma sia un diritto effettivamente esigibile, anche nei giorni del blocco del traffico.”
Con una serie di proposte, contenute nel documento firmato all’unanimità dalla Consulta in febbraio, si intende riportare il confronto sui giusti binari, senza le estremizzazioni degli ultimi tempi: la garanzia per gli aventi diritto di poter entrare in centro, grazie ad un meccanismo che associa il tagliando handicap e tre targhe automobilistiche; il completamento di una banca dati regionale; la messa a disposizione di navette e taxi attrezzati per la zona T, integrando il servizio con idonei mezzi elettrici per quanti vogliono muoversi in autonomia.
Fra i punti caldi anche il superamento delle attuali modalità di funzionamento della Consulta, non più organismo consultivo ma strumento per portare avanti battaglie personali ed inutile filtro, distorsivo, fra il punto di vista delle associazioni e quello del Comune. É lo stesso meccanismo di rappresentanza della Consulta ad essere messo in discussione, nel momento in cui ad ogni associazione corrisponde un voto, indipendentemente che raccolga 9000 persone o pochi iscritti.
Angelica Erta