Nel diario di oggi, il racconto delle condizioni di lavoro di un educatore bolognese si intreccia con il referendum attraverso il filo rosso della (in)giustizia sociale.
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Caro Diario,
lavoro come educatore nell’ambito dei servizi scolastici del Comune di Bologna, nello specifico quei servizi che il Comune appalta alle cooperative sociali. Questa specifica è necessaria poiché il trattamento economico dei lavoratori delle cooperative è piuttosto lontano da quello riconosciuto agli operatori che svolgono le medesime mansioni per il pubblico.
Gli educatori dello scolastico si dividono in due categorie: operatori in assistenza agli alunni certificati e operatori impiegati nei servizi integrativi.
Parto a raccontarti di questi ultimi perché la loro condizione, forse più di ogni altra in questo settore, reclama giustizia.
Le educatrici e gli educatori impiegati nei servizi integrativi scolastici, lavorano ogni giorno dalle 7.30 alle 8.30 del mattino (pre scuola). Staccano e riprendono a lavorare dalle 13.00 alle 14.30 (refezione). Staccano nuovamente e riattaccano dalle 16.30 fino alle 17.30 (post scuola). In tutto tre ore e mezza suscettibili di una variazione complessiva di mezz’ora. Questo servizio diviso in tre turni brevissimi viene retribuito con circa cinque/sei euro netti all’ora. Significa che gli operatori sono mediamente incastrati dalle 7.30 alle 17.30 (dieci ore), e guadagnano poco meno di venti euro al giorno.