Aveva puntato il dito contro la polizia dopo che un agente (condannato successivamente), a freddo, aveva rotto i denti ad un’attivista durante una protesta davanti a Bankitalia a Bologna. Il leader del Tpo Gianmarco De Pieri finirà a processo per aver “offeso l’onore e il prestigio del corpo della Polizia di Stato”.
La pm Antonella Scandellari ha firmato l’avviso di conclusione indagini e il decreto di citazione a giudizio, saltando l’udienza preliminare, per le frasi pronunciate da Gianmarco De Pieri, leader del centro sociale Tpo, durante un sit in di protesta del novembre 2011, alcuni giorni dopo gli scontri davanti alla sede bolognese di Bankitalia.
De Pieri è accusato di avere “offeso l’onore e il prestigio del corpo della Polizia dello Stato“, per aver definito omertoso l’atteggiamento degli agenti del VII Reparto Mobile nel collaborare alle indagini per l’individuazione del poliziotto che ruppe i denti a Martina, attivista del centro sociale.
Il poliziotto, identificato poi come Pasquale Bonofiglio, ferì l’attivista con una manganellata data “a freddo”, cioè non durante una delle fasi concitate della manifestazione. Per questo fu successivamente condannato a un anno e quattro mesi, oltre al risarcimento dell’attivista.
Qualche giorno dopo quell’episodio, il centro sociale organizzò un nuovo presidio di protesta, in cui De Pieri affermò: “Abbiamo paura del Reparto mobile, perché picchia gratuitamente le persone e si accanisce contro le donne”. L’esponente del Tpo puntò il dito contro gli agenti, accusandoli di omertà e di non collaborare alle indagini. Una tesi che viene replicata oggi: “Non vi fu collaborazione attiva e spontanea degli appartenenti al VII Reparto ma un ampio silenzio teso a coprire i responsabili delle gratuite violenze contro Martina e il presidio”.