Era venerdì 11 novembre quando le persone aggregatesi intorno a Santa Insolvenza, la statua feticcio protettrice dei precari e “di chi non vuole pagare il debito”, hanno occupato l’ex cinema Arcobeleno, contemporaneamente all’occupazione dell’ex Mercato di mezzo da parte dei Draghi Ribelli.
Il cinema di via Rizzoli è stato sgomberato all’alba del 16 novembre, ma in quei giorni, quella sala chiusa da anni ha ospitato proiezioni di cortometraggi, film e documentari, diventando il punto di ritrovo naturale di chi fa e vorrebbe fare cinema a Bologna.
Lo sfratto non ha però impedito che il dibattito, le assemblee e le proiezioni continuassero. La voglia dei cinefili di condividere idee e di avere nuovi spazi in cui confrontarsi è così sfociata in una petizione in sostegno dei ragazzi di Santa Insolvenza. Un movimento che sta prendendo naturalmente la sua strada.
Solidarietà è arrivata agli Insolventi anche da tutti i lavoratori dello spettacolo che, lottando per il riconoscimento e il rispetto di certe categorie professionali, ormai da cinque mesi occupano, a Roma, il Teatro Valle.
Di questo e di altro abbiamo parlato con Davide Labanti, uno dei cineasti bolognesi a favore della petizione.