È partito il corso di aiuto cuoco riservato solo a persone disabili, lanciato dal Cefal e finanziato dalla Regione Emilia Romagna. Lo scopo? Quello di promuovere l’integrazione dei partecipanti all’interno di una dimensione lavorativa dinamica e solidale.
È stato il Cefal, ente di formazione del Movimento cristiano-lavoratori Mcl, a lanciare una nuova iniziativa nell’ambito della disabilità e della sua integrazione lavorativa. Il progetto prevede la formazione di un corso di aiuto cuoco riservato unicamente a persone disabili, il tutto a titolo gratuito. Il successo riscosso dall’iniziativa è stato davvero notevole. Le domande hanno infatti superato ogni aspettativa: per 11 posti disponibili 33 le richieste avanzate al Cefal.
Finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Provincia di Ravenna, il programma prevede 350 ore di stage intensivo e professionalizzante. Si parte dallo studio dei principi nutritivi di ogni alimento per arrivare all’acquisizione di nozioni più specifiche, relative alle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Una prospettiva per il futuro. Un’attività che non si pone semplicemente come un progetto ricreativo volto a tenere impegnati i partecipanti del corso. L’intento è infatti quello di promuovere l’inserimento lavorativo di questi all’interno di una dimensione attiva e dinamica, in cui le persone affette da disabilità possano portare un valore aggiunto. Le precedenti edizioni hanno dimostrato che il progetto, più valido che mai, ha favorito e incoraggiato i partecipanti al corso, permettendogli di ottenere reali e effettivi contratti di lavoro. No, non è una promessa elettorale, una legge esiste già anche se forse in pochi lo sanno. È l’articolo 68/99 a sostenere e finanziare la promozione dell’integrazione lavorativa delle persone disabili attraverso servizi di collocamento mirato. Il corso è infatti articolato anche in base alle richieste del mercato avanzate dal territorio: “I nostri corsi sono pensati in collaborazione con le imprese. È questo il modo migliore per conciliare domanda e offerta all’interno del nostro centro di formazione”, afferma Venturi del Cefal.
Il lavoro come identità sociale. È questo l’obiettivo dell’iniziativa promossa dal Cefal all’insegna di una riflessione consapevole sul tema della disabilità, la cui premessa è quella della sua valorizzazione culturale e economica all’interno di una dimensione costruita per una convivenza sociale più sana e solidale: “Noi usiamo il fare come strumento per essere”, continuaVenturi. Un piano educativo finalizzato a un progetto di integrazione sociale finalmente più ampio e maturo allo scopo di oltrepassare i limiti, varcare i confini, sia essi fisici, psichici o linguistici per tendere a un’autentica e piena realizzazione di sé.
Alessandra Caputo