“Cinque riforme per un’Italia più libera, laica e civile”. Sel promuove cinque referendum per rilanciare la partecipazione dei cittadini. Divorzio, immigrazione, 8×1000, depenalizzazione della legge sulle droghe. La raccolta firme avverrà fino a fine settembre.

Sinistra Ecologia e Libertà lancia una campagna nazionale di raccolta firme per cinque referendum su altrettante tematiche, allo scopo di rilanciare la partecipazione dei cittadini. “Cambiamo noi“, questo il titolo dell’iniziativa, attraversa la società e punta ad interpellare i cittadini su temi importanti.  
Prima riforma proposta è quella legata al divorzio breve. Oggi in Italia il procedimento è anticipato dall’obbligo di tre anni di separazione tra i due coniugi. Per questo le procedure di divorzio durano in media 4 anni, qualora questo sia consensuale.
La proposta di Sel chiede invece allo Stato di ridurre le tempistiche del provvedimento, con conseguente diminuzione del carico giudiziario ed emotivo per i cittadini coinvolti e con conseguente risparmio di tempo e denaro (circa 100 milioni l’anno) da parte dei tribunali.

Il secondo e il terzo punto riguardano immigrazione e lavoro. L’obiettivo è l’abrogazione del reato di immigrazione clandestina che punisce i migranti per la loro condizione di stranieri, anziché per l’assunzione di una condotta negativa. Se la richiesta venisse presa in considerazione, si otterrebbe un miglioramento nelle sovraffollate carceri e maggiore respiro nelle procedure giudiziarie.  
Discorso analogo sulle norme discriminatorie che costringono i migranti al ricatto dei loro datori di lavoro e ne ostacolano il loro regolare lavoro e soggiorno. L’indissolubile legame tra permesso di soggiorno e lavoro dovrebbe essere riconsiderato e volto al miglioramento della condizione dei lavoratori stranieri. Così facendo l’incidenza del lavoro in nero si ridurrebbe drasticamente e i 500 mila lavoratori che versano in queste condizioni potrebbero versare allo Stato i contributi, stimati 3 milioni di euro annui, che gli spettano.
 
Il quarto punto di “Cambiamo noi” tocca la questione dell’8 x mille. Circa il 60% dei cittadini, infatti, non firmando l’8×1000, contribuisce tacitamente a finanziare le casse di realtà religiose. Sel propone invece che queste risorse, pari ad oltre 600 milioni di euro l’anno, possano essere utilizzati per la “cosa pubblica”, in nome della laicità dello Stato.  
L’ultimo punto di questo fitto programma di riforme chiede che si eliminino quelle norme che oggi rendono le carceri sovraffollate, bloccando la giustizia e deviando l’attenzione dai reati di maggiore entità. Niente carcere per coloro che commettono fatti di lieve entità, dunque, aprendo una via verso una politica sulle droghe maggiormente ragionevole.
Lo scopo del partito, appoggiato da diverse realtà bolognesi come Antigone e Casa delle Donne, è quello di raggiungere in Emilia Romagna 12.000 firme e di proporre tale referendum nazionale nell’aprile 2014, in concomitanza con le elezioni Europee.  
 
Elisabetta Severino