Il delicatissimo caso di Bibbiano è diventato molto spesso argomento per attaccare esponenti del Pd, giornalisti, ma anche la comunità lgbtiq+. Con il presidente del Cassero, Vincenzo Branà, che ha subito gravi minacce, abbiamo parlato di come questa vicenda sia oggetto di strumentalizzazione mediatica e politica con precisi obiettivi da colpire.
Il caso Bibbiano è una vicenda che riempie le cronache da settimane, che vede le istituzioni competenti ancora attive per chiarire cosa sia effettivamente successo, e che dovrebbe essere affrontata con un tatto particolare, essendovi dei minori coinvolti. Molto spesso però abbiamo assistito in questi giorni a linciaggi mediatici e strumentalizzazioni della vicenda da parte di esponenti politici anche nazionali (una su tutte: di Di Maio che definisce ‘Partito di Bibbiano’ il Partito Democratico). Uno dei risvolti più sorprendenti della faccenda è la violenza che si sta riverberando sulla comunità lgbtqi+ (e non solo) a seguito del caso. Radio Città Fujiko ha raggiunto telefonicamente il presidente del Cassero Vincenzo Branà, che il primo luglio scorso ha subito un attacco del genere in prima persona. Branà infatti ha ricevuto una telefonata da una persone che lo ha violentemente accusato di avere un ruolo nelle vicende di Bibbiano e lo ha minacciato di morte, e ha deciso di denunciare pubblicamente l’accaduto quando si è reso conto della macchina del fango che si stava attuando contro diversi soggetti della società civile.
“Tutto quanto si fonda sul cosiddetto movente ideologico, che ha a che fare con il fatto che una delle coppie affidatarie fosse una coppia omogenitoriale e una delle dirigenti coinvolte nella vicenda fosse omosessuale. La domanda che mi pongo io è: perché sottolineare l’orientamento sessuale? Se si fossero state tutte coppie eterosessuali l’eventuale reato sarebbe stato meno grave?” ha commentato Branà. “Si vuole assimilare una condotta eventualmente criminale con un orientamento e questo è funzionale a una strategia che colpisce le persone lgbtqi+ e le famiglie omogenitoriali”. Nei giorni successivi alla vicenda vari comuni bolognesi hanno chiesto la “schedatura della famiglie omogenitoriali“, che – ci ha raccontato il presidente del Cassero – sembra essere più o meno in atto in effettivo, perché questo dato inizia ad essere richiesto dalle istituzioni.
Sembra proprio che sia in atto una strumentalizzazione della vicenda. Anzitutto non si sta rispettando “la presunta non colpevolezza. Se siamo uno stato garantista lo siamo tanto per Salvini quanto per le persone coinvolte in questa inchiesta” ha detto ancora Branà, che ha parlato di dati che dimostrano come la notizia di Bibbiano abbia ‘sotterrato mediaticamente’ quella dei fondi russi alla Lega. In seconda battuta, sembra che la politica nazionale stia cavalcando in maniera spudorata questo caso di cronaca, anche contro la comunità lgbtqi+, ma non solo. “Basti vedere come le destre trattano le donne, come si sono comportate con Carola Rackete” ha concluso Branà.
Sara Spimpolo
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