Dal 14 al 25 marzo si terrà anche a #Bologna la quindicesima edizione della Israeli Apartheid Week, la settimana di sensibilizzazione contro l’apartheid israeliana, che quest’anno in tutto il mondo porterà avanti la richiesta di un embargo degli armamenti nei confronti di Israele. Insieme a Raffaele Spiga del Coordinamento della Campagna BDS di Bologna abbiamo parlato degli eventi in programma sotto le due torri.

Del perché quella di Israele nei confronti dei palestinesi potesse essere definita un’apartheid, ne avevamo parlato qualche mese fa con Ronnie Barkan, dissidente israeliano che proprio in questi giorni sta affrontando un processo in Germania insieme ad altri due attivisti. Proprio per denunciare questa realtà, e per invitare la comunità internazionale a riconoscerla e a relazionarsi con Israele di conseguenza, anche quest’anno si terrà la Israeli Apartheid Week, la settimana contro l’apartheid israeliana giunta quest’anno alla quindicesima edizione. La IAW è un’iniziativa internazionale a cadenza annuale che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle politiche di colonizzazione, di occupazione e di apartheid attuate dallo stato israeliano contro i palestinesi e di promuovere le campagne del movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) per costringere Israele a rispettare i diritti umani e la legalità internazionale. Si tiene ormai in oltre 200 città in tutto il mondo, e tra queste città vi è anche Bologna.

Anche sotto le due torri quindi dal 14 al 25 marzo si terranno una serie di eventi rivolti e tutte e tutti ma con una particolare attenzione agli studenti, perché “pensiamo che siano soprattutto loro quelli che dovranno portare avanti il sostegno alla lotta dei Palestinesi – spiega Raffaele Spiga di BDS Bologna – il tema generale che è stato dato alla IAW quest’anno è stop arming colonialism, che vuol dire basta armi al colonialismo”.

Il tema di quest’anno, deciso a livello internazionale, riguarda direttamente lo Stato italiano, che è considerato il quarto esportatore di armi a Israele in Europa. Ma il commercio di armi e dispositivi di sicurezza avviene in entrambe le direzioni, e ad essere duramente criticato è anche l’acquisto di equipaggi militari israeliani da parte di stati europei. “Israele naturalmente vende armi a tutti – sottolinea Spiga – soprattutto anche a regimi molto autoritari di estrema destra, che utilizzano sia armi sia sistemi di controllo, per cui adesso vanno molto di moda questi droni per il controllo della popolazione. E l’Europa ha fatto recentemente un accordo con Israele proprio per l’utilizzo di due droni, uno in Grecia e uno in Italia per il controllo dei flussi di migranti. Quindi noi siamo in pieno nell’obiettivo di questo discorso. La cosa particolarmente odiosa delle armi israeliane è che loro le vendono come testate sul campo in quanto naturalmente prima le provano sui palestinesi. Guarda caso dal 30 marzo dell’anno scorso a oggi oltre 266 palestinesi di Gaza sono stati uccisi dal fuoco dei tiratori scelti oppure dai droni israeliani”.

Nell’ambito di questa settimana di mobilitazione globale si affronterà quindi il tema del commercio di armamenti, ma si terranno anche incontri dedicati alla resistenza del popolo palestinese, alle condizioni di vita dei bambini sotto questo regime e del ruolo delle organizzazioni internazionali.

Il primo evento, che si terrà il 14 marzo, sarà infatti dedicato al rapporto Onu sulle pratiche israeliane nei confronti del popolo palestinese scritto da Virginia Tillet e Richard Fulk e censurato poche ore dopo la sua pubblicazione. A discuterne insieme a Sandro Mezzadra, docente di Filosofia politica presso l’università di Bologna, sarà proprio Virginia Tilley. Seguirà l’incontro dedicato al tema degli armamenti, il 18 marzo, che vedrà la partecipazione del giornalista Antonio Mazzeo, Rossana De Simone di PeaceLink e Giorgio Beretta dell’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere. Il 19 marzo verrà invece presentato il libro “Salam e i bambini che volevano giocare” insieme all’autore Gianluca Staderini ed Angelo Stefanini, medico volontario con Palestine Children’s Relief Fund. A chiudere il ciclo di eventi il 25 marzo sarà una serata dedicata alla resistenza popolare palestinese, nel corso della quale insieme ad attiviste e attivisti palestinesi si parlerà della situazione nei villaggi di Tuba e At-Tuwani.

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