Lo sgombero di Atlantide, almeno per il momento, non c’è stato, ma le attiviste hanno dato vita ad un presidio per reagire al nuovo provvedimento del sindaco Merola. Allestiti bicchieri pieni di liquido rosa per testimoniare il “pink washing” dell’Amministrazione sui diritti lgbt e per dire che per sgomberare si dovranno sporcare le mani. La portavoce di Atlantide: “C’è in atto uno scambio politico sulla nostra pelle in vista delle elezioni”. Parte oggi la campagna “Atlantide è ovunque”.
Questa mattina la sede di Atlantide presso il cassero di Porta Santo Stefano è circondata da bicchieri contenenti un liquido rosa. È il primo atto della resistenza creativa organizzato dalle attiviste del centro lgbtq e trans, che oggi si sono alzate all’alba per impedire lo sgombero della struttura, annunciato dal sindaco Virginio Merola con una nuova (la terza) ingiunzione.
Scadevano infatti oggi i termini fissati dall’Amministrazione per abbandonare i locali, occupati dal 1997, ma al momento la polizia non si è presentata per eseguite lo sgombero.
Eppure ieri, in Consiglio comunale, il sindaco ha mostrato di nuovo il pugno di ferro, arrivando a definire Atlantide una “lobby gay” che non vuole stare alle regole.
“I bicchieri pieni di liquido rosa simboleggiano due cose – spiega ai nostri microfoni Beatrice Busi, portavoce di Atlantide – da un lato il “pink washing” del Comune, quella pratica politico-istituzionale di rifarsi un’immagine difendendo a parole i diritti lgbt, salvo poi voler sgomberare con la violenza lesbiche, trans e femministe. Dall’altro vogliamo mandare un messaggio: se vogliono sgomberarci si devono sporcare le mani“.
Nell’affollata assemblea cittadina, svoltasi ieri sera al Centro delle Donne, le attiviste di Atlantide e della rete a suo sostegno hanno provato a dare una spiegazione al corto circuito che si è registrato a Palazzo D’Accursio, con l’assessore Alberto Ronchi, che portava avanti da un anno una trattativa con il centro sociale e il sindaco, che improvvisamente ha buttato all’aria tutto. “È chiaro che c’è in campo uno scambio politico all’interno del Partito Democratico, che si sta giocando sulla nostra pelle. Anche a Bologna il Pd ha scelto di svoltare a destra”.
Il presidio di questa mattina, però, è solo il primo atto della nuova campagna di Atlantide contro lo sgombero. La nuova mobilitazione si intitola “Atlantide è ovunque” e si svilupperà sia in città, che nel resto d’Italia e anche a livello internazionale.
“La campagna – spiega Busi – prevede l’affissione di cartelli e striscioni in spazi vuoti che si vorrebbe fossero sede di Atlantide, ma anche in spazi pieni di cui si vorrebbe cambiare la natura e l’impostazione“.
Per le attiviste, non è possibile ricondurre tutte le esperienze presenti in spazi pubblici in servizi svolti nell’ottica della sussidiarietà o in start up imprenditoriali. Una normalizzazione che rifiutano e che tenteranno di impedire.